Neonati, 5 Metodi Nanna a Confronto per Genitori più Felici
Da Estivill a Fresco, da Gonzàles a Sears fino a Hogg: scegliete l’approccio migliore per vostro figlio (e per voi)
Quando arriva un neonato, uno dei grandi dilemmi dei genitori è: dormirà di notte? Quante volte si sveglierà? Riuscirò a stare dietro ai suoi ritmi? Pedagogisti e pediatri di tutto il mondo hanno studiato i comportamenti dei piccoli fino ad arrivare a proporre dei metodi educativi che promettono di aiutare i bambini ad addormentarsi, soprattutto, a trovare il ritmo sonno-veglia, permettendo così a mamma e papà di ritrovare la tranquillità (e il riposo).
Questo Ideabook ne presenta cinque, i più noti, ognuno diverso dall’altro. Si va da quello più rigido (e discusso) del dottor Eduard Estivill a quello più dolce del pediatra William Sears fino alla proposta della pedagogista Tracy Hogg. Scopri di più e scegli l’approccio più indicato per voi e vostro figlio.
Questo Ideabook ne presenta cinque, i più noti, ognuno diverso dall’altro. Si va da quello più rigido (e discusso) del dottor Eduard Estivill a quello più dolce del pediatra William Sears fino alla proposta della pedagogista Tracy Hogg. Scopri di più e scegli l’approccio più indicato per voi e vostro figlio.
Metodo Fresco, ci vuole tempo (e pazienza)
Contraria in modo particolare al metodo di Estivill è la pedagogista ed ex allieva di Maria Montessori Grazia Honegger Fresco. Autrice del libro Facciamo la nanna!, invita a rigettare tutti i metodi facili e veloci preferendo invece approcci dolci e rispettosi per affrontare i problemi del sonno.
Fresco afferma che non è possibile parlare di insonnia nei neonati e che è normale che i più piccoli abbiano diversi risvegli notturni. Si tratta, spiega, di risvegli fisiologici dovuti al fatto che nel bambino la fase REM e il sonno lento durano entrambi all’incirca 60 minuti. Abituarsi al ritmo circadiano, adeguando le fasi veglia e sonno all’alternarsi di giorno e notte non è quindi immediato per i neonati, ci vuole pazienza. Con il tempo, e l’esperienza, impareranno in modo naturale a regolare il proprio sonno.
Contraria in modo particolare al metodo di Estivill è la pedagogista ed ex allieva di Maria Montessori Grazia Honegger Fresco. Autrice del libro Facciamo la nanna!, invita a rigettare tutti i metodi facili e veloci preferendo invece approcci dolci e rispettosi per affrontare i problemi del sonno.
Fresco afferma che non è possibile parlare di insonnia nei neonati e che è normale che i più piccoli abbiano diversi risvegli notturni. Si tratta, spiega, di risvegli fisiologici dovuti al fatto che nel bambino la fase REM e il sonno lento durano entrambi all’incirca 60 minuti. Abituarsi al ritmo circadiano, adeguando le fasi veglia e sonno all’alternarsi di giorno e notte non è quindi immediato per i neonati, ci vuole pazienza. Con il tempo, e l’esperienza, impareranno in modo naturale a regolare il proprio sonno.
Metodo Gonzàles, il bambino al centro di tutto
Ritiene che svegliarsi di notte sia normale per i neonati anche Carlos Gonzàles, pediatra spagnolo fondatore e presidente dell’Associazione Catalana per l’Allattamento Materno e autore del libro Besame mucho. Come crescere i vostri figli con amore.
Gonzàles afferma che per i neonati sia naturale, e corretto, voler essere cullati, abbracciati e nutriti, anche di notte. I piccoli sono al primo posto e mamma e papà, quindi, devono di notte come di giorno accudirli e provvedere ai loro bisogni e necessità, accompagnandoli piano piano così verso l’indipendenza.
Questo approccio punta sull’empatia tra genitori e figli. Il rischio è che mamma e papà passino qualche notte (di troppo) insonne, ma di sicuro si stabilisce un rapporto di fiducia col bambino.
Ritiene che svegliarsi di notte sia normale per i neonati anche Carlos Gonzàles, pediatra spagnolo fondatore e presidente dell’Associazione Catalana per l’Allattamento Materno e autore del libro Besame mucho. Come crescere i vostri figli con amore.
Gonzàles afferma che per i neonati sia naturale, e corretto, voler essere cullati, abbracciati e nutriti, anche di notte. I piccoli sono al primo posto e mamma e papà, quindi, devono di notte come di giorno accudirli e provvedere ai loro bisogni e necessità, accompagnandoli piano piano così verso l’indipendenza.
Questo approccio punta sull’empatia tra genitori e figli. Il rischio è che mamma e papà passino qualche notte (di troppo) insonne, ma di sicuro si stabilisce un rapporto di fiducia col bambino.
Metodo Sears, a letto con mamma e papà
Questo metodo, noto anche come co-sleeping, prende il nome dal pediatra che l’ha proposto, l’americano William Sears. Nel libro Genitori di giorno e di notte infatti il dottore invita mamma e papà a far addormentare il neonato nel lettone, in modo che si possa abituare ai loro ritmi.
Il metodo ritiene che così il piccolo si sentirà rassicurato dalla vicinanza dei genitori e si addormenterà più velocemente e più serenamente dei coetanei lasciati in cameretta da soli.
Le criticità, però, attribuite alla tecnica di Sears non mancano (anche se molte mamme ritengono che i bambini così sembrano addormentarsi più facilmente e loro sono più comode nell’allattarlo di notte). Se da una parte potrebbe essere pericoloso dormire con i neonati, perché i genitori potrebbero schiacciarli o far loro del male, dall’altra c’è chi lamenta il rischio che i piccoli così sviluppino un attaccamento eccessivo ai genitori, difficile da superare anche con l’età.
Questo metodo, noto anche come co-sleeping, prende il nome dal pediatra che l’ha proposto, l’americano William Sears. Nel libro Genitori di giorno e di notte infatti il dottore invita mamma e papà a far addormentare il neonato nel lettone, in modo che si possa abituare ai loro ritmi.
Il metodo ritiene che così il piccolo si sentirà rassicurato dalla vicinanza dei genitori e si addormenterà più velocemente e più serenamente dei coetanei lasciati in cameretta da soli.
Le criticità, però, attribuite alla tecnica di Sears non mancano (anche se molte mamme ritengono che i bambini così sembrano addormentarsi più facilmente e loro sono più comode nell’allattarlo di notte). Se da una parte potrebbe essere pericoloso dormire con i neonati, perché i genitori potrebbero schiacciarli o far loro del male, dall’altra c’è chi lamenta il rischio che i piccoli così sviluppino un attaccamento eccessivo ai genitori, difficile da superare anche con l’età.
Metodo E.A.S.Y., diventare abitudinari
Questo metodo è stato presentato dalla pedagogista Tracy Hogg, autrice del libro Il linguaggio segreto dei neonati.
L’acronimo sta per E come eat, A come activity, S come sleep, Y come you. Mangiare, fare attività e dormire sono appunto le azioni che dovrebbero scandire la giornata di un neonato perché, afferma il metodo, i ritmi aiutano i più piccoli a diventare abitudinari e, quindi, a dormire con regolarità. E you? Quando i figli dormono i genitori hanno del tempo per loro.
Questo approccio richiede costanza e dedizione prima di tutto ai genitori, ma potrebbe essere il giusto compromesso tra gli insegnamenti di Estivill e la tecnica di Sears.
Questo metodo è stato presentato dalla pedagogista Tracy Hogg, autrice del libro Il linguaggio segreto dei neonati.
L’acronimo sta per E come eat, A come activity, S come sleep, Y come you. Mangiare, fare attività e dormire sono appunto le azioni che dovrebbero scandire la giornata di un neonato perché, afferma il metodo, i ritmi aiutano i più piccoli a diventare abitudinari e, quindi, a dormire con regolarità. E you? Quando i figli dormono i genitori hanno del tempo per loro.
Questo approccio richiede costanza e dedizione prima di tutto ai genitori, ma potrebbe essere il giusto compromesso tra gli insegnamenti di Estivill e la tecnica di Sears.
E ora, quale scegliere?
Il consiglio è seguire l’approccio più indicato per voi e il vostro bambino. I neonati non sono tutti uguali (per questo i confronti sono sconsigliati) e anche voi: decidere se adottare il co-sleeping o se accettare che vostro figlio pianga tutta la notte, per esempio, è una scelta che coinvolge entrambi i genitori. Ispirarsi a questi metodi aiuta, ma in generale pediatri e pedagogisti invitano a cercare il proprio equilibrio ricordando che la routine pre-nanna ai bambini piace e potrà essere per voi d’aiuto.
Il consiglio è seguire l’approccio più indicato per voi e il vostro bambino. I neonati non sono tutti uguali (per questo i confronti sono sconsigliati) e anche voi: decidere se adottare il co-sleeping o se accettare che vostro figlio pianga tutta la notte, per esempio, è una scelta che coinvolge entrambi i genitori. Ispirarsi a questi metodi aiuta, ma in generale pediatri e pedagogisti invitano a cercare il proprio equilibrio ricordando che la routine pre-nanna ai bambini piace e potrà essere per voi d’aiuto.
E tu? Hai scelto uno di questi metodi, che cosa ne pensi? Hai invece adottato degli approcci diversi per far addormentare tuo figlio? Raccontacelo nei Commenti!
Consigli e idee per la cameretta
Consigli e idee per la cameretta
Si chiama Estivill, ma è noto anche come metodo Ferber poiché deve il proprio nome al dottor Richard Ferber. (Eduard Estivill Sancho è invece un pediatra spagnolo che propose quanto già inventò Ferber). Considerato da tanti come troppo rigido – ma per molte mamme, rapido ed efficace –, questo metodo richiede ai genitori sicuramente grande fermezza.
Nel libro Fate la nanna Ferber invita infatti mamma e papà, una volta stabilito l’orario della nanna, a lasciare il piccolo nel suo lettino in cameretta da solo, magari in compagnia di un peluche o del ciuccio, dopo averlo rassicurato e salutato. Il metodo prevede poi che uno dei genitori rientri in camera prima ogni 2 minuti, poi ogni 3 e così via, aumentando man mano il lasso di tempo finché il piccolo non si addormenterà tranquillamente da solo.
I genitori dovranno essere così bravi da non cedere al desiderio di prenderlo in braccio e coccolarlo quando lo sentiranno piangere. Lo avete provato?