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Il Paesaggista Racconta: I Giardini del Futuro Sono Sensibili
Intervista al paesaggista Vittorio Peretto che racconta cosa ha imparato negli anni e cosa rende un giardino speciale
Leonora Sartori
3 октября, 2019
Qual è il compito di un giardino contemporaneo? Cosa non deve mancare? Se pensate a faretti, irrigazione, selciato, recinto (tutti elementi utili che fanno parte della progettazione) sarete sorpresi dalle risposte di Vittorio Peretto, il paesaggista di Hortensia che oltre ad aver curato progetti privati e pubblici in tutto il mondo, anche quest’anno e per la sesta volta ha curato l’allestimento del Padiglione Centrale di Orticolario, la rassegna autunnale dedicata ai nuovi modi di vivere il giardino in programma a Villa Erba, a Cernobbio (CO) dal 4 a al 6 ottobre. La sua “L’isola del tesoro” è un’idea che parte da una visione globale in cui c’entrano anche i FFF (Friday for Future) e stupiscono. In questa intervista in esclusiva con Houzz, Peretto ha condiviso i segreti dei giardini del futuro e ha spiegato come, negli anni, ha cercato di aggiungere magia e personalità ai giardini delle case a cui ha lavorato.
Sketch de “L’isola del tesoro” nel Padiglione Centrale di Orticolario 2019
I giardini devono raccontare storie e per farlo la cosa migliore è partire da se stessi. Riuscire a inserire elementi personali che hanno a che fare con la storia e le passioni di ciascuno sono un modo per costruire in giardino che non sarà standard e avrà una marcia in più: sarà dotato di senso anche se si allontanerà dalle immagini di perfezione che vediamo nelle riviste.
Ma cosa deve fare un giardino? Qual è il compito di un giardino contemporaneo? Tre risposte.
I giardini devono raccontare storie
«Io lo ho fatto per l’installazione al padiglione centrale di Orticolario. Sono partito da un mio ricordo di infanzia e da uno zio ricco di storie che ha molto segnato la mia vita. Mi sono rifatto a quella volta in cui lo zio mi portò a scoprire l’Isolino Virginia, il sito Unesco più antico dell’arco alpino, nel Lago di Varese. Un’isola che ha lasciato segno e traccia nella mia memoria: gli scavi archeologici, la forma misteriosa, un piccolo e intimo lembo di terra che contiene in sé una certa storia del mondo, intrisa di suggestioni e avventura. E così nel mio mondo ho creato calette, piccole insenature, una Baia del Sapere e un Golfo della Sirena che disegnano i contorni di un luogo immaginario e reale allo stesso tempo, dove si custodiscono miti e leggende». Il risultato è una mappa del tesoro trasportata nella sala della fiera.
I giardini devono raccontare storie e per farlo la cosa migliore è partire da se stessi. Riuscire a inserire elementi personali che hanno a che fare con la storia e le passioni di ciascuno sono un modo per costruire in giardino che non sarà standard e avrà una marcia in più: sarà dotato di senso anche se si allontanerà dalle immagini di perfezione che vediamo nelle riviste.
Ma cosa deve fare un giardino? Qual è il compito di un giardino contemporaneo? Tre risposte.
I giardini devono raccontare storie
«Io lo ho fatto per l’installazione al padiglione centrale di Orticolario. Sono partito da un mio ricordo di infanzia e da uno zio ricco di storie che ha molto segnato la mia vita. Mi sono rifatto a quella volta in cui lo zio mi portò a scoprire l’Isolino Virginia, il sito Unesco più antico dell’arco alpino, nel Lago di Varese. Un’isola che ha lasciato segno e traccia nella mia memoria: gli scavi archeologici, la forma misteriosa, un piccolo e intimo lembo di terra che contiene in sé una certa storia del mondo, intrisa di suggestioni e avventura. E così nel mio mondo ho creato calette, piccole insenature, una Baia del Sapere e un Golfo della Sirena che disegnano i contorni di un luogo immaginario e reale allo stesso tempo, dove si custodiscono miti e leggende». Il risultato è una mappa del tesoro trasportata nella sala della fiera.
Moritz Mantero, Presidente di Orticolario nel mezzo dell’installazione “L’isola del tesoro”
«Per dare un’impressione onirica e creare l’idea dell’acqua e della nebbia, ho chiesto collaborazione a una società che si occupa di scenografie e abbiamo installato otto macchine che creano un effetto di nebbia bassa capace di circondare l’isola ricreata per l’installazione. A terra ho creato, con il mio team, una mappa poetica e sognante che trasfigura il luogo a cui si ispira e lo rende percorribile a tutti».
«Per dare un’impressione onirica e creare l’idea dell’acqua e della nebbia, ho chiesto collaborazione a una società che si occupa di scenografie e abbiamo installato otto macchine che creano un effetto di nebbia bassa capace di circondare l’isola ricreata per l’installazione. A terra ho creato, con il mio team, una mappa poetica e sognante che trasfigura il luogo a cui si ispira e lo rende percorribile a tutti».
Schizzo di un giardino ispirato alla musica e alla favola Pierino il Lupo, di Prokofiev
I giardini possono far sognare
«Un abbinamento inatteso che uso spesso è quello tra musica e giardini: in alcuni appartamenti ho creato un laghetto perché il proprietario era appassionato di pesca e una pedana in legno dove lei, pianista, poteva far arrivare il piano con le ruote. Altre volte ho trasposto Pierino e il lupo nel giardino, creando angoli tematici che riprendevano quel mondo. Altre volte ancora ho usato la musica come uno spartito e l’ho tradotta in un giardino. Nota uguale, pianta uguale, il Do è un tiglio, il Re una betulla… trasporto l’armonia della musica in segni grafici nel giardino, come fosse un alfabeto universale».
Ma le chiavi per entrare in un giardino che parli di noi sono tante e spetta al professionista esperto e accorto capire su quali elementi giocare. La tentazione di standardizzare tutto può sembrare la via più facile ma, secondo Peretto, di un giardino ci si deve innamorare, così da potersene prendere cura in futuro.
I giardini possono far sognare
«Un abbinamento inatteso che uso spesso è quello tra musica e giardini: in alcuni appartamenti ho creato un laghetto perché il proprietario era appassionato di pesca e una pedana in legno dove lei, pianista, poteva far arrivare il piano con le ruote. Altre volte ho trasposto Pierino e il lupo nel giardino, creando angoli tematici che riprendevano quel mondo. Altre volte ancora ho usato la musica come uno spartito e l’ho tradotta in un giardino. Nota uguale, pianta uguale, il Do è un tiglio, il Re una betulla… trasporto l’armonia della musica in segni grafici nel giardino, come fosse un alfabeto universale».
Ma le chiavi per entrare in un giardino che parli di noi sono tante e spetta al professionista esperto e accorto capire su quali elementi giocare. La tentazione di standardizzare tutto può sembrare la via più facile ma, secondo Peretto, di un giardino ci si deve innamorare, così da potersene prendere cura in futuro.
Il disegno per un giardino nato da una veduta aerea sulla Crimea. Il filare di pioppi che proietta le ombre ha ricordato a Peretto la tastiera di pianoforte
Un esempio di giardino mediterraneo a basso impatto ambientale nell’Argentario, vicino a Grosseto. Si tratta di un giardino naturale di 4000 mq su terrazzamenti a oliveti, in fronte al mare
I giardini devono essere sostenibili
«È in corso una rivoluzione»: Peretto pensa alle manifestazioni degli studenti e agli scioperi dei Friday for Future per portare consapevolezza su un tema che secondo il paesaggista non può essere ignorato, neanche in giardino. «Anche per chi lavora coi giardini, serve un’onesta presa di coscienza del cambiamento climatico in corso. Non possiamo fare come se niente fosse. Le nostre attività vanno messe in discussione». Come possono rispondere i giardini e i paesaggisti? «Si deve lavorare ad esempio sul basso consumo idrico o creare giardini che sopravvivano anche senza irrigazione. Molti colleghi sono restii, ma se spiegato bene questo concetto viene abbracciato con gioia e coraggio dai proprietari di casa».
Cerchi un architetto del paesaggio? Clicca qui per accedere a Project Match, il servizio gratuito di Houzz che ti mette in contatto coi professionisti giusti della tua zona.
I giardini devono essere sostenibili
«È in corso una rivoluzione»: Peretto pensa alle manifestazioni degli studenti e agli scioperi dei Friday for Future per portare consapevolezza su un tema che secondo il paesaggista non può essere ignorato, neanche in giardino. «Anche per chi lavora coi giardini, serve un’onesta presa di coscienza del cambiamento climatico in corso. Non possiamo fare come se niente fosse. Le nostre attività vanno messe in discussione». Come possono rispondere i giardini e i paesaggisti? «Si deve lavorare ad esempio sul basso consumo idrico o creare giardini che sopravvivano anche senza irrigazione. Molti colleghi sono restii, ma se spiegato bene questo concetto viene abbracciato con gioia e coraggio dai proprietari di casa».
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«Si tratta di pensare ai giardini come si facevano un tempo. L’irrigazione non è sempre stata usata».
Cambieranno le tecniche, le piante e i colori stessi dei giardini?
«Il verde idilliaco non ci sarà, o non sempre; abbiamo a volte in mente un’immaginario di giardino che ha a che fare col Nord Europa, un verde diverso da quello delle zone mediterranee».
Cambieranno le tecniche, le piante e i colori stessi dei giardini?
«Il verde idilliaco non ci sarà, o non sempre; abbiamo a volte in mente un’immaginario di giardino che ha a che fare col Nord Europa, un verde diverso da quello delle zone mediterranee».
Per evitare l’irrigazione bisogna pensare all’agricoltura e ai giardini storici nati senza la necessità di questi sistemi. «Partiamo da piante piccole, che abbiamo radici, da piantare in autunno, perché ci saranno piogge, e piantiamone di più perché non tutte le giovani piante andranno a buon fine. Un giardino così può arrivare a vivere da solo con irrigazioni sporadiche perché è in condizioni di cercare l’acqua in modo autonomo. Le piante saranno autoctone, piante che virerebbero lì davvero, in natura. L’irrigazione può essere saltuaria, come un temporale, una volta al mese, un’ora di irrigazione, per permettere una radicazione profonda, altrimenti è superficiale, la pianta è viziata».
Un approccio che non prevede l’uso di chimica o antiparassitari: per Peretto i giardini diventano palestre e la varietà crea antagonisti per i parassiti. «Se non si vuole rinunciare al colore verde in giardino, ci sono dei surrogati, come la Lippia Nodiflora, che crea un effetto tappeto verde senza irrigazione, ma attira le api». Il giardino è un essere vivente, sembra dirci il paesaggista, e va capito e coltivato, non è una cartolina artificiale in cui immergersi.
Come immagini in giardino del futuro? Raccontaci la tua idea nei Commenti.
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Come Si Diventa un Buon Giardiniere? La Parola di Roy Lancaster
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